Cosa si intende per agenesia dentale e quali sono le cause?

L’agenesia dentale non può essere definita una malattia ma piuttosto un’anomalia che riguarda il follicolo dentale e che ne determina il suo mancato sviluppo.
Questa anomalia colpisce circa il 3-5% della popolazione e può interessare sia i denti da latte che quelli definitivi.

Cos’è l’agenesia dentale e cosa comporta

L’agenesia dentale è, più nel dettaglio, la mancanza congenita di uno o più elementi dentari.
A tal proposito si parla di ipodonzia, oligodonzia e anodonzia.
L’ipodonzia o agenesia parziale, prevede la mancanza da 1 a 6 elementi dentari, che sono solitamente i premolari inferiori e gli incisivi laterali superiori.
L’oligodonzia evidenza, invece, la mancanza di più di 6 denti e comporta la presenza di altre anomalie che riguardano ad esempio la forma e il colore dei denti.
L’anodonzia o agenesia totale, è una patologia rarissima che si caratterizza appunto per la mancanza totale dei denti. Spesso è associata ad altri disturbi di carattere medico generale.

Per diagnosticare l’agenesia dentale sarà necessario prenotare una visita di controllo dal dentista che attraverso un esame radiografico (ortopanoramica) potrà identificare l’effettiva mancanza dei denti.

Le cause che determinano questa problematica possono collegarsi a fattori di natura genetica, ovvero un problema ereditario tramandato di generazione in generazione. Oppure dipendere da cause esterne, come: traumi dentali, trattamenti medici molto aggressivi (come la chemioterapia) o disturbi che colpiscono il feto (come la carenza di vitamina D).

L’agenesia dentale non comporta solo un disagio estetico ma anche funzionale. La mancanza di denti può impedire una corretta masticazione, determinare disturbi della fonazione, malocclusioni e affollamento dentale.

Cosa fare in caso di agenesia dentale

Dopo aver constatato la reale esistenza di agenesia dentale attraverso un controllo dentistico, è possibile agire in 3 modi:

• Inserendo un apparecchio ortodontico fisso o mobile. Attraverso l’apparecchio sarà possibile chiudere gli spazi vuoti e minimizzare il problema. All’apparecchio andrà abbinato in seguito un apparecchio di contenzione, per consentire ai denti di mantenere la nuova posizione
• Inserendo una protesi dentale, sia quella classica mobile che quella adesiva, mentre è sconsigliata quella fissa
• Ricorrendo a un intervento di implantologia. Quest’ultimo approccio è il più efficace e prevede l’inserimento di viti nell’area vuota, a cui vengono successivamente applicate protesi artificiali fisse.

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